13 FEBBRAIO 2024

"Da casa comune ad antenne generative", Continua il percorso formativo di ANTEAS ed FNP CISL Lombardia.


Un'altra tappa del progetto di formazione ANTEAS & FNP CISL Lombardia.

L'incontro di oggi si è incentrato sul tema dell'analisi dei bisogni del territorio in tempi di crisi sociale. La parola chiave è "Welfare di comunità", una tematica molto dibattuta  e che oggi ha una notevole rilevanza dopo la pandemia.

 

A seguire la docenza è il Dott. Riccardo Mariani, consulente sulle forme di coprogrammazione e coprogettazione tra pubblico e privato nonchè sul Welfare di Comunità.

  

“Oggi abbiamo affrontato il tema del Welfare di comunità, – Afferma il Dott. Riccardo Mariani parlando dell'incontro odierno - di questo paradigma culturale e metodologico che ha il fine di porre in collaborazione diversi attori sociali di una comunità e che parte dai mondi della Pubblica Amministrazione e del Terzo Settore come alleati strategici con una visione intorno ai bisogni sociali e socio assistenziali per poi allargarsi ad una partecipazione ulteriore dei soggetti che hanno a cuore i destini della comunità fragile di ciascun territorio. È chiaro che tra questi ovviamente ci sia in pole position una Associazione come Anteas che si occupa di accompagnare le diverse fragilità e vulnerabilità presenti in ciascuna comunità. “Welfare di comunità” è un concetto ma è anche un metodo di lavoro che pone le sue finalità nell’ aggregare il maggior numero possibile di soggetti che lavorano nel mondo del Welfare e del sociale per farli collaborare e migliorare la condizione delle persone fragili.”

 

Durante la docenza sono emersi diversi spunti che abbiamo deciso di approfondire meglio con il Dott. Mariani:

 

 

Quali sono i suoi pensieri in merito alla collaborazione tra Anteas, che è un ente di terzo settore, e l'FNP, che è un sindacato? Quali potenzialità e singolarità potrebbero nascere?

 

"Io credo che ci siano sempre spazi di collaborazione anche dentro la stessa compagine istituzionale. Anteas e il mondo Sindacale di riferimento possono essere dei protagonisti, da un lato attivi operativi come Anteas quale soggetto di volontariato ma anche il sindacato come soggetto promotore di possibili strategie. Il sindacato può diventare un sostenitore dei percorsi collaborativi che vedono Anteas protagonista per arrivare ad adottare tutti gli strumenti possibili al fine di migliorare la situazione della parte più fragile e vulnerabile della comunità."

 

 

 

Durante questa formazione diamo particolare rilevanza a quelli che sono i partecipanti, che poi saranno appunto i soggetti che si occuperanno di andare a confrontarsi sui tavoli della Coprogettazione e della Coprogrammazione. Che idea si è fatto di loro?

 

"I partecipanti li ho visti molto interessati e incuriositi anche partecipi alla discussione perché quello che conta non è solo il fatto che il formatore, inevitabilmente, debba svolgere il suo ruolo, cioè quello di dare gli strumenti di comprensione e di conoscenza legati al tema di cui parla, ma deve sapere poter coinvolgere anche i partecipanti con la loro esperienza, loro capacità di interagire. Oggi ho riscontrato un grande interesse, una competenza importante che esprimono i soggetti che stanno partecipando con delle domande molto pertinenti e la voglia di cimentarsi con nuove possibili strade di lavoro comune, intorno proprio ai temi su cui si incentra la formazione stessa."

 

 

Dal momento che si è sempre occupato di questi temi, della Coprogettazione e Coprogrammazione nonché del Welfare di Comunità, e che da diverse interviste rilasciate si possono evincere le diverse sollecitazioni per favorire l'attecchire di questi temi nelle comunità in particolare in quella di Lecco, come ha accolto la richiesta di presentare questa docenza?

 

"Come una ventata di aria fresca, il motore della mia attività è la passione intorno a questi temi, la mia non è soltanto una dimensione di accompagnamento teorico ma accompagno i processi di co-programmazione e co-progettazione concretamente. Personalmente l'ho accolto come una bellissima opportunità, un'idea vincente e molto contemporanea perché c'è un grande dibattito pubblico in tutto il territorio nazionale su questi temi e del fatto che un Associazione meritoria ed importante come ANTEAS si cimenti con questa sfida posso solo esserne grato e soprattutto convintamente partecipe."

 

 

Cosa direbbe ad un ente del terzo settore che si approccia alla realtà della co-progettazione e co-programmazione?

 

"Sia gli enti pubblici che gli enti del terzo settore che vogliono incamminarsi nelle cosiddette “agende collaborative”, avvalendosi degli strumenti co-programmatori e co-progettuali, devono cambiare postura, riposizionarsi in una logica collaborativa. Bisogna sconfinare dalle proprie tradizionali specifiche appartenenze e aprirsi all'altro in chiave collaborativa. È necessario cambiare il paradigma culturale di comportamento di relazione di progettualità, di pensiero intorno alla comunità. Gli enti di terzo settore devono poter anche guardare al loro interno in maniera collaborativa, a loro volta superare le logiche della competizione interna sfrenata e cominciare a pensarsi come alleati ineludibili di una stagione nuova di rapporto col mondo pubblico in chiave co-programmatoria co-progettuale."

 

 

"Vorrei far capire - conclude il Dott. Mariani - come è importante soffermarsi e fermarsi a pensare diversamente alle cose, stare sulla soglia dei problemi prima di affrontarli di petto per capire se c'è un'altra strada, se quel punto di osservazione può cambiare per la risoluzione di problemi difficili da risolvere e se quindi ci diamo il tempo di pensare collettivamente. Non sempre serve solo e soltanto fare, bisogna anche fermarsi a pensare quello che si fa."